Rugby

Correttezza e rispetto in primo piano

E se giocassimo a rugby con i nostri allievi? Temuto da certi insegnanti perché ritenuto uno sport molto fisico, il rugby antepone però a tutto la nozione di lealtà che mira giustamente all’integrità del giocatore.
Rugby: Correttezza e rispetto in primo piano
Il rugby è uno sport sia per ragazzi che per ragazze.

Il rugby è un gioco tipicamente collettivo, in cui ciascuno dei quindici componenti di una squadra interpreta il suo ruolo, la sua funzione, i movimenti per raggiungere il risultato finale, quello di portare il pallone alla fatidica meta, oltre la linea di fondo, senza limiti, a patto però di rispettare le regole fondamentali.

Cogliere al volo la fortuna

Il rugby permette ad ogni alunno di trovare il suo posto. Difatti, tutti possono partecipare, perché il principio di gioco è semplice e non richiede competenze tecniche particolari di base. L’alunno più abile avrà in ogni momento bisogno dei suoi compagni di squadra per progredire in avanti, contrariamente ad altri giochi – pallamano, pallacanestro, per esempio – dove la padronanza del dribbling consente spesso di andare alla conclusione da soli.

Questa dimensione collettiva rinforza i rapporti di aiuto reciproco, di solidarietà e di rispetto tra i giocatori. Il rugby si adatta dunque bene alle differenze di livello nelle classi e all’alunno insegna ad organizzarsi con gli altri, ad accettare il contatto ed a controllare le sue emozioni.

Nuova distribuzione

Le virtù educative del rugby risiedono nella sua specificità. La padronanza delle emozioni legate allo scontro fisico sviluppa virtù come coraggio, lealtà e determinazione. A livello di principio, il rugby si differenzia da numerosi altri giochi poiché è una disciplina in cui si può, e si deve, correre con la palla per avanzare e, al tempo stesso, prendere in considerazione il diritto di placcare il portatore del pallone e del passaggio all’indietro di quest’ultimo. Lo scontro fisico è il primo problema da risolvere quando si abborda l’attività, soprattutto nelle classi miste.

Lanciare il gioco
L’eterogeneità è il fattore che differenzia una classe da una squadra di club. I problemi possono insorgere al momento di gestire le emozioni. Formare dei gruppi di livello (allenamento collettivo ed individuale) è la prima misura da applicare. Il calcio d’invio (o la distribuzione della palla) può attenuare anche le differenze e porre certi giocatori in una situazione favorevole.

– Per ridurre i contatti, l’insegnante trattiene la palla fra le sue mani ed i giocatori vanno verso di lui per impossessarsene.
– Per offrire ad un attaccante delle condizioni ottimali, l’insegnante gli dà la palla ad una certa distanza dal suo avversario. Egli può lanciarla ma anche farla rotolare (ciò che obbliga il giocatore ad abbassarsi e a rialzarsi per avanzare).
– Per offrire ad un difensore delle condizioni ottimali, l’insegnante gli lancia la palla (passaggio più o meno alto) permettendo così al giocatore di avanzare verso il suo avversario prima del contatto.