Prevenzione contro la violenza – In campo

L'arbitro minacciato

Questo esempio concreto che riguarda l’ambito calcistico si avvicina molto alla realtà. Un arbitro viene minacciato da un giocatore dopo aver preso una decisione sfavorevole per la sua squadra.

In seguito ad un grave fallo commesso durante un incontro di calcio fra squadre di iuniori B, l’arbitro assegna un cartellino rosso ad un giocatore.

Quest’ultimo si ribella con veemenza insultandolo e proferendo nei suoi confronti delle minacce di morte. L’arbitro decide quindi di interrompere la partita. Negli spogliatoi, l’arbitro s’imbatte nel giocatore in questione che lo aggredisce di nuovo verbalmente, colpendolo pure alla schiena. L’uomo si gira per difendersi e riceve uno schiaffo.

In base alla gravità dei fatti, la commissione competente decide di espellere la squadra iuniori B cui appartiene il giocatore sino al termine del primo turno e le infligge una multa di Fr. 1000.–. Inoltre, la Commissione penale e di controllo sospende l’autore dei fatti per 36 mesi, condannandolo al pagamento di una multa di Fr. 200.–.

Domande

  • Le minacce proferite contro l’arbitro sono un motivo sufficiente per interrompere una partita?
  • Chi garantisce la sicurezza dell’arbitro in caso di interruzione dell’incontro?
  • Perché è necessario punire tutta la squadra quando è una sola persona ad essere colpevole?
  • Quali sono le conseguenze di questo incidente dal profilo penale e per la società sportiva?
  • Come reagiscono i giocatori e l’allenatore dopo essere stati puniti (ad es. possibilità di ricorso)?

Interventi

  • Secondo il regolamento, un atto perpetrato da un unico giocatore ha delle conseguenze su tutta la squadra. I giocatori e l’allenatore della squadra interessata sono responsabili della sicurezza dell’arbitro, che deve essere protetto contro gli sfoghi emotivi del compagno.
  • Spetta all’allenatore (assente nella fattispecie) effettuare un cambio e sostituire prontamente il giocatore sovraeccitato.
  • Prima di prendere una decisione, la Commissione penale e di controllo ascolta entrambe le parti. In questo caso, la squadra non inoltra ricorso contro la sentenza e riconosce il proprio errore, oltre al fatto che l’allenatore al momento dei fatti era assente, ed espelle il giocatore.
  • I giocatori e il loro allenatore hanno la possibilità di terminare la stagione in un’altra squadra della stessa società.
  • L’arbitro ha pure il diritto di aprire una procedura penale nei confronti del giocatore che lo ha aggredito.

Osservazioni: gli insulti e le minacce proferite in seguito ad un’espulsione sono reazioni che vanno prese sul serio. L’arbitro deve poter contare sulla protezione della società organizzatrice dell’incontro. Se, dopo un simile episodio (espulsione, minaccia, interruzione dell’incontro), non gode della sicurezza necessaria può essere preso di mira da malintenzionati. in una situazione del genere la società si rende complice. Gli attacchi contro gli arbitri continueranno ad essere puniti dalla giustizia sportiva interna.

Ciò significa che, di regola, l’arbitro riporta i fatti, dopodiché l’Associazione emette una condanna (sospensione), a cui spesso si aggiungono delle misure adottate dai responsabili della società sportiva interessata. In caso di violenza fisica, l’arbitro può inoltrare una denuncia nei confronti del o dei giocatore/i colpevole/ i. Un aspetto, quest’ultimo, che merita di essere trattato con particolare attenzione nei corsi di formazione destinati agli arbitri.

Ai giocatori che militano in tutte le leghe va inoltre ribadito che il campo da gioco non è assolutamente un luogo in cui vige il libero arbitrio.