Giocare

Imparare a giocare

Questa parte affronta il gioco nell’ottica del bambino e sancisce due messaggi principali: i bambini vogliono giocare e il gioco risponde alle loro esigenze.
Foto: dei bambini sono incolonnati e cercano di passarsi una palla fra le gambe

I bambini vogliono giocare

Il gioco è l’attività principale del bambino perché gli permette di esplorare il mondo e scoprire sé stesso. Già in tenerissima età il bambino dimostra una grande curiosità e si interessa a tutto ciò che si muove, che può afferrare, che fa rumore, che ha un sapore o un profumo. Il gioco è un’attività intenzionale con esiti incerti.

È una sfida avvincente e divertente che consente di riprodurre la «vita normale» per comprenderne la realtà. Chi gioca lo fa per divertirsi, rilassarsi oppure semplicemente perché gli piace giocare.

Il gioco crea un’altalena di emozioni positive come la trepidazione e la gioia che incitano il bambino a giocare ancora di più.

 

Il gioco soddisfa un bisogno innato

Fondamentalmente l’essere umano aspira a vivere delle emozioni positive e cerca di evitare quelle negative come ad es. la vergogna. Quest’attitudine si esprime anche nei seguenti bisogni psicologici universali dell’essere umano che devono essere soddisfatti affinché il bambino (ma anche l’adulto) si senta motivato.

Esigenza di autonomia

Il gioco consente di scoprire le proprie peculiarità per sviluppare una personalità autonoma attraverso le esperienze ludiche. Al bambino piace agire con autonomia e nell’ambito delle sue possibilità vuole decidere da sé. Il gioco rappresenta anche un campo di apprendimento ideale per l’autonomia dei bambini.

Bisogno di appartenenza sociale

Il bambino ha bisogno di altri bambini per fare l’esperienza di una comunità sociale. Se è parte di un gruppo e gioca con altri, egli si sente accettato in uno scambio interattivo. Il monitore deve tener conto di questa esigenza nelle lezioni e nell’allenamento e specialmente anche nelle attività ludiche: tutti i bambini devono poter partecipare al gioco.

Solo se il clima d’apprendimento è buono il bambino si sente integrato e accettato. Il bambino vuole essere stimato, rispettato e coinvolto dai compagni e dal monitore.

 

Bisogno di competenza

L’essere umano aspira a sentirsi competente. Essere consapevoli di «saper fare una cosa» è una fonte di motivazione per il bambino e per l’adulto. Il bambino scopre il mondo giocando. Secondo Armin Krenz, ricercatore di pedagogia applicata, ciò che è sconosciuto diventa familiare, la novità invita alla scoperta e l’avventura vuole essere vissuta. Questi tre elementi determinano l’acquisizione di competenze e abilità.

Il bambino impara giocando

Imparare significa «fare da sé». Se il bambino ha il tempo che gli serve e gode di un quadro ottimale è stimolato a giocare e attraverso l’attività ludica impara quasi per caso e inconsciamente (implicitamente). Sempre secondo Krenz (2001), gioco e apprendimento sono un binomio inseparabile.

Giocando il bambino fa delle esperienze intense che lo coinvolgono sul piano emozionale e favoriscono la sua concentrazione. Il gioco gli consente di mantenere più a lungo la concentrazione senza rendersi conto dello sforzo.