I quattro pilastri dell'apprendimento
Le scienze cognitive hanno identificato quattro fattori principali che garantiscono un apprendimento efficace: attenzione, impegno attivo, feedback e consolidamento. Uno sguardo all’applicazione pratica.
Un apprendimento efficace dipende dal rispetto di questi quattro pilastri. Spetta all’allenatore organizzare dei giochi e degli esercizi durante i quali i giocatori rimangono attenti e attivi, ricevono dei feedback immediati e ripetono numerose volte per consolidare.
Il filmato girato in una stazione della metropolitana di Stoccolma, in cui i gradini di una scala sono stati trasformati in un pianoforte gigante, dimostrano l’importanza di un contesto stimolante per il movimento e dunque per l’apprendimento.
Lista di controllo: valutare i giochi in base ai quattro pilastri dell’apprendimento (pdf)
Attenzione – Trasmettere entusiasmo
L’attenzione e la motivazione sono la base dell’apprendimento e hanno un impatto maggiore sull’attività cerebrale. L’allievo deve essere costantemente in allerta.
Quando è concentrato su un compito da eseguire, le informazioni non indispensabili alla sua realizzazione scompaiono dalla mente.
La prova in immagini: in questo filmato, si conta il numero di passaggi realizzati dai giocatori che indossano la maglia bianca. L’allenatore deve canalizzare l’attenzione dei suoi giocatori senza tuttavia strafare per evitare che si distraggano.
Se il giocatore non è né attento né motivato, vengono a mancare l’impegno, le ripetizioni e il consolidamento e dunque l’apprendimento stesso.
Nella pratica
- Catturare l’attenzione senza distrarre.
- Proporre una sfida (ricompense, rituali, posta in gioco, obiettivi, nomi originali per i giochi, ruoli speciali per i giocatori, ecc.).
- Suscitare emozioni.
- Diventare un modello (come allenatore). Prendere come esempio dei giocatori della prima squadra.
- Utilizzare la musica.
- Chiarire l’intenzione, spiegare gli obiettivi, indicare dei punti chiave.
- Scegliere dei giochi in base al tema e agli obiettivi dell’allenamento.
- I giocatori possono dire la loro. Aumentare la loro autonomia.
Impegno attivo – Creare movimento
Un organismo passivo non impara. Di conseguenza, i giocatori devono muoversi e darsi da fare per imparare e integrare quanto appreso.
Rodolfo Llinás, specialista del cervello, afferma che: «non ci muoviamo perché pensiamo, ma pensiamo proprio perché ci muoviamo!». In questo modo il corpo non rappresenta semplicemente un mezzo di trasporto che conduce ad esempio la nostra testa alla prossima riunione, bensì uno strumento che permette di muoversi e imparare.
Secondo Alain Berthod, neurofisiologo, il movimento dovrebbe addirittura essere completamente assimilato a un senso. Il livello di difficoltà delle condizioni di apprendimento deve crescere progressivamente per ottenere maggiore impegno e uno sforzo cognitivo più importante, sinonimi di maggior attenzione. Si crea così un contesto stimolante che favorisce l’impegno attivo.
Nella pratica
- Generare e vivere delle emozioni.
- Scegliere dei giochi in cui il movimento è implicito.
- Adattare in modo consapevole l’intensità.
- Creare un’atmosfera stimolante ed esigente.
- Evitare le lunghe spiegazioni e le colonne.
- Accordare alcune libertà.
Feedback – Lasciare spazio agli errori
Quando un giocatore esegue un movimento, il suo cervello prevede qualcosa e successivamente riceve delle informazioni sensoriali che gli permettono di effettuare un paragone.
Il divario fra la previsione e il ritorno di informazioni, in altre parole l’errore, consente al cervello di migliorare il pronostico seguente. Il cervello, stupito di aver commesso un errore, progredisce. L’errore è dunque indispensabile.
Spingendo oltre il ragionamento, si potrebbe quasi affermare che l’esperienza è la somma degli errori commessi. Il contesto o l’organizzazione del gioco (linea, materiale, obiettivo, oggetti) deve offrire al giocatore un ritorno di informazioni (feedback) immediato. Altrimenti spetta all’allenatore farlo!
Per poter beneficiare dell’errore commesso, quest’ultimo va segnalato senza essere sanzionato troppo duramente. Bisogna privilegiare la motivazione attraverso il rafforzamento positivo e la ricompensa.
Nella pratica
- Proporre dei giochi che permettono dei feedback immediati.
- Preferire i feedback che scaturiscono dal contesto (auto-feedback).
- Trasmettere principalmente dei feedback positivi. Valorizzare.
- Controllare gli obiettivi e i punti chiave, convalidare il lavoro svolto.
- Permettere, tollerare, provocare gli errori.
Consolidamento – «Far ripetere per automatizzare i movimenti»
Il consolidamento passa attraverso la ripetizione. Gli allenatori spesso correggono troppo in fretta.
La pianificazione degli allenamenti, la preparazione dei giochi e degli esercizi devono dunque lasciare ampio spazio alla ripetizione, dato che l’obiettivo da raggiungere è l’automatizzazione delle capacità.
Quando si tratta di consolidare, le scienze cognitive insistono su un altro fattore, il sonno, che non svilupperemo in questo tema del mese ma che assume un’importanza cruciale nel processo di apprendimento.
Nella pratica
- Permettere agli allievi di ripetere più volte.
- Non correggere troppo, né troppo in fretta.
- Puntare all’automatizzazione.
- Ricordare ai partecipanti e ai loro genitori l’importanza del sonno
Riferimenti scientifici
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