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Il gioco interiore nel tennis

Il concetto di gioco interiore introdotto dal libro è ormai abbastanza popolare nella comunità dei coach (sportivi e non). Mentre il gioco esteriore è fatto da regole, avversari, e gesti atletici, quello interiore è molto più importante anche se invisibile, perché si gioca esclusivamente nella testa.
Gioco interiore nel tennis

Si tratta di un dialogo interiore che incontra avversari potenti come il dubbio, la paura di fallire, la feroce autocritica, cali di concentrazione e nervosismo. Cose che sperimentiamo ogni giorno anche senza giocare a tennis. Il segreto per dominare questa partita interiore contro i propri fantasmi è il lasciarsi andare.

Sembrerebbe contraddittorio, ma le migliori performance e il massimo focus si raggiungono in uno «stato di flusso» che consiste nel non pensare a noi ma immergerci totalmente nel momento. Pensiamo a un momento in cui ci siamo sentiti così: magari scrivendo, cucinando (ehm), parlando a qualcuno, che sia un pubblico numeroso o una sola persona, ma col cuore. Non stavamo pensando-ci e controllando-ci, eravamo abbandonati e immersi nell’ispirazione del momento.

E dunque qui sta il bello: per lasciarsi andare bisogna smettere di criticarsi, disimparare gli atteggiamenti mentali autogiudicanti a cui ci siamo abituati sin da piccoli ed impararne di nuovi. Per il semplice motivo che, più concediamo spazio ai pensieri limitanti come “non sono capace di farlo”, “sono un perdente”, più diventeremo quello che pensiamo.